L’avaro di Mayfair

Ho letto che in tanti, come me, hanno fatto e fanno fatica a leggere in questo periodo di confinamento. Forse, sembra, il “film” in cui siamo immersi è troppo potente per consentirci di immergerci in altri mondi e altre storie. Per quanto mi riguarda, sto vedendo la luce perchè ho ricominciato a leggere con gusto: purtroppo esiste il problema del reperimento di nuovi libri – visto che non faccio ricorso a noti e-commerce. So che alcune librerie consegnano a domicilio, dovrò informarmi meglio: per ora sto sfruttando gli ultimissimi libri presi in prestito dalla biblioteca poco prima del lock-down!

Dopo un digiuno di qualche settimana, come non ritornare ai libri con una storia che parla di dimore inglesi, stagioni e debutti, servitù e nobiltà? Fatto apposta per noi amanti di Downton, insomma!

Una casa iellata, la servitù alla fame, un povero scozzese che non ha più soldi per sopravvivere ma che in compenso si trova affidata una ragazza bellissima e apparentemente molto sprovveduta. Troveranno questi elementi il modo di combinarsi? Alla fine dell’inverno del 1807, al signor Roderick Sinclair, avvinazzato e povero, muore il fratello, che gli lascia “in eredità” la sua pupilla, Fiona, da lui adottata in un orfanotrofio. La ragazza è bellissima e di un’ingenuità estrema, e l’unico modo che Sinclair vede per fare soldi da questa strana situazione è quello di portarla a Londra e farle fare un ricco matrimonio. Affitta quindi 67 Clarges Street, una casa talmente iellata da avere un costo basso. Quasi subito Fiona si dimostra meno ingenua del previsto e la servitù capisce che un modo per vivere meglio è quello di aiutare la ragazza a realizzare il proprio sogno. (recensione da IBS.it).

Titolo: L’avaro di Mayfair
Traduttore: Simona Garavelli
Editore: Astoria
Anno edizione: 2014
In commercio dal: 11 giugno 2014
Pagine: 194 p., Brossura

 

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