Cambiare, si cambiare…

Basta, voglio cambiare vita!”. Quante volte ci siamo ripetuti questo mantra – dopo l’ennesima giornata lavorativa frustrante, o quando i gesti di tutti i giorni sembrano non appartenerci più. O ancora, quando leggiamo qualche bella storia di chi ce l’ha fatta (?) a mollare certezze, posto fisso e comfort zone per aprire un fantastico b&b su una spiaggia tropicale.

Sicuramente il mondo è pieno di chi ha dato il proverbiale calcione e si è rifatto una vita altrove; o magari è rimasto dov’era ma ha cambiato se stesso e il proprio modo di vedere il mondo. Ecco questa è una realtà più sottile ma a mio modo di vedere ancora più affascinante. Cosa significa cambiamento? Come si può davvero realizzare? C’è un “metodo”? E poi, cambiare davvero cosa?

Storie di chi ce l’ha fatta

In queste riflessioni mi sono imbattuta, per puro caso a dire la verità, con una realtà bellissima che si chiama Italiachecambia: una testata giornalistica che raccoglie e mappa realtà positive di cambiamento.

Quante volte ci siamo sentiti affranti e frustrati dal bombardamento di notizie negative intorno a noi? E quante volte il sospirato “cambiamento” sembra una meta lontana da noi, missione possibile solo per chi ha soldi da parte ed è incappato in una buona dose di fortuna? Ecco, lo spirito di Italiachecambia è proprio questo: aiutare ad accendere i riflettori sulle tante realtà positive, reali, concrete che troppo spesso vengono celate, contribuendo a creare intorno a noi un clima di sfiducia e scoraggiamento. Invece anche in Italia c’è tanta gente che si muove eccome! Enti, associazioni ma anche singoli che stanno facendo qualcosa per migliorare la propria vita o il territorio. L’idea è nata tanti anni fa quando uno dei fondatori di Italiachecambia, Daniel Terozzi, ha preso un camper e ha iniziato a girare l’Italia per documentare questo processo di cambiamento in atto – da questa esperienza è nato anche un libro, “Io faccio così“, ed. Chiarelettere.

Qualche esempio?

  • i circuiti di crediti commerciali come Sardex in Sardegna o Liberex in Emilia Romagna, che immaginano un modello economico che funzioni anche senza denaro
  • l’Ortociclo, un’idea di un ragazzo di Brescia che consegna a domicilio frutta e verdura locale in bicicletta
  • Sfruttazero, la salsa di pomodoro che combatte il caporalato
  • il GAT Gruppo Acquisto Terreni per l’acquisto condiviso di una tenuta e la sua conduzione con metodi sostenibili. Chi vorrebbe tornare alla terra ma non ha i mezzi per farlo è avvisato!

E spesso tante di queste realtà sono vicine a noi anche geograficamente, ma non le conosciamo e senza conoscenza come si può agire? Perché il bello è anche che si può copiare un’idea, farla nostra, reinventarla oppure trovare persone che hanno in testa qualcosa di simile o affine a noi.

Un workshop per imparare a cambiare

Dopo aver letto alcune delle belle storie raccontate, ho deciso di iscrivermi al workshop “Cambiamento, dalla teoria alla pratica” ed è stata una bellissima esperienza. 25 partecipanti da tutto il nord Italia, ognuno con il proprio percorso e la propria storia, passata e futura. La modalità, banalizzando, è quella dell’anonima alcolisti: in cerchio a raccontare e ascoltare. E i moderatori Daniel Terozzi e Andrea Degli’Innocenti sono stati bravissimi nel far emergere le nostre paure e pregiudizi, e nel guidarci con esempi e stimoli.

Perché diciamo sempre che vogliamo cambiare e poi non lo facciamo? La mappatura dei nostri “blocchi” è molto utile per iniziare un percorso di consapevolezza. E’ emerso che le paure più grandi del gruppo non erano tanto i soldi che non ci sono o la burocrazia, ma il biasimo sociale e soprattutto il giudizio che diamo a noi stessi. Siamo dei giudici molto, troppo severi. Se cambio e poi non ce la faccio? Se “fallisco”? Come se “cambiare” dovesse per forza essere una strada votata al successo, come se invece non si potesse cominciare, fermarsi e ricominciare, ogni volta più ricchi. La conferma, insomma, a che è sempre più facile lamentarsi che provarci, almeno abbiamo la sensazione che il colpevole sia fuori da noi stessi!

Come si svolge

Il workshop – che viene riproposto in varie città d’Italia in diverse date nel corso dell’anno – prevede due giornate. La prima è dedicata al cambiamento individuale: gestire le proprie paure, i pregiudizi, condividere idee e riflessioni, ascoltare esempi concreti, farsi ispirare! La seconda giornata è più orientata all’analisi dei cambiamenti globali, da quelli ambientali a quelli economico-finanziari. Viene suggerita una bibliografia molto interessante per approfondire i temi trattati, e nella discussione si applicano tecniche di moderazione e di gestione del conflitto che si richiamano al consenso, invece che alle decisioni della maggioranza. Pensi di avere ragione? Argomenta! Io farò lo stesso. In questo modo i punti di vista spesso si avvicinano e si trovano inaspettati compromessi.

Alcune idee pratiche con cui cominciare? Diventare “agente del cambiamento“: donare l’1% del proprio tempo (o del proprio stipendio), 4 ore al mese per entrare in concreto in rete con le migliaia di persone che già si stanno impegnando a realizzare azioni positive di cambiamento.

E poi tante belle storie anche qui: dalla dolcissima Manu che vive in una yurta sulle colline emiliane a Maria Luisa che vorrebbe lasciare la banca per cui lavora da decenni, a Brunella con la sua incredibile energia nonostante l’età e le sue avventure in ecovillaggio.

Ma non pensate a frikkettoni e devoti della permacultura, o meglio non solo: tanta gente “normale”, che ha un lavoro e vorrebbe cambiarlo, oppure non ce l’ha e vorrebbe inventarsi qualcosa. Per conto mio, mi sono proposta di seguire le storie di Italiachecambia per continuare a sentire quel clima di ottimismo e positività che ho respirato durante il workshop, e infatti leggo che è appena nata una bella partership tra l’iniziativa e La grande via del mitico prof. Berrino, per costruire insieme una “Guida Nomade” e mappare produttori, ristoranti e agriturismi che offrono cibo vero, sano, contadino e genuino.

Visto che le Nipotidibabette parlano proprio di questo non potevo non citarlo! Ultima cosa: stay tuned, perché sta per nascere “Milanochecambia”, che racconterà delle mille iniziative che stanno nascendo in città.

 

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